domenica 14 aprile 2024

Lettera a Natalija Dmitrievna Fonvizina (Fedor Dostoevskij, 1854)

Questa lettera di Dostoevskij [la si può trovare all’interno del libretto Lettere sulla creatività, Ed. Universale Economica Feltrinelli] . Ce lo racconta con queste parole.

“Di me le dirò che sono figlio del mio secolo, figlio della miscredenza e del dubbio, e non solo fino ad oggi, ma tale resterò (lo so con certezza) fino alla tomba. Quali terribili sofferenze mi è costata – e mi costa tuttora – questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quando più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari! Ciononostante Iddio mi manda talora degl’istanti in cui mi sento perfettamente sereno; in quegli istanti io scopro di amare e di essere amato dagli altri, e appunto in quegl’istanti io ho concepito un simbolo della fede, un Credo, in cui tutto per me è chiaro e santo. Questo Credo è molto semplice, e suona così: credere che non c’è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di Cristo; anzi non soltanto non c’è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere. Non solo, ma arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità.

Direi che la mia fede è tutta qui. Sto con Cristo anche se mi fosse dimostrato che il cristianesimo è tutto una favoletta. L’incontro con Cristo tramite il Vangelo è determinante e definitivo, per attrazione immediata verso la Persona che Cristo è.”

venerdì 12 aprile 2024

Racconto di Natale (Dino Buzzati)

“Dio, se non lo regali, lo perdi. Ma se lo possiedi veramente, nessuno te lo può togliere.”

RACCONTO DI NATALE

di Dino Buzzati

Tetro e ogivale è l’antico palazzo dei vescovi, stillante salnitro dai muri, rimanerci è un supplizio nelle notti d’inverno. E l’adiacente cattedrale è immensa, a girarla tutta non basta una vita, e c’è un tale intrico di cappelle e sacrestie che, dopo secoli di abbandono, ne sono rimaste alcune pressoché inesplorate. Che farà la sera di Natale – ci si domanda – lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? Tutti hanno una consolazione: il bimbo ha il treno e pinocchio, la sorellina ha la bambola, la mamma ha i figli intorno a sé, il malato una nuova speranza, il vecchio scapolo il compagno di dissipazioni, il carcerato la voce di un altro dalla cella vicina. Come farà l’arcivescovo? Sorrideva lo zelante don Valentino, segretario di sua eccellenza, udendo la gente parlare così. L’arcivescovo ha Dio, la sera di Natale. Inginocchiato solo soletto nel mezzo della cattedrale gelida e deserta a prima vista potrebbe quasi far pena, e invece se si sapesse! Solo soletto non è, non ha neanche freddo, né si sente abbandonato. Nella sera di Natale Dio dilaga nel tempio, per l’arcivescovo, le navate ne rigurgitano letteralmente, al punto che le porte stentano a chiudersi; e, pur mancando le stufe, fa così caldo che le vecchie bisce bianche si risvegliano nei sepolcri degli storici abati e salgono dagli sfiatatoi dei sotterranei sporgendo gentilmente la testa dalle balaustre dei confessionali.

Così, quella sera il Duomo; traboccante di Dio. E benché sapesse che non gli competeva, don Valentino si tratteneva perfino troppo volentieri a disporre l’inginocchiatoio del presule. Altro che alberi, tacchini e vino spumante. Questa, una serata di Natale. Senonché in mezzo a questi pensieri, udì battere a una porta. “Chi bussa alle porte del Duomo” si chiese don Valentino “la sera di Natale? Non hanno ancora pregato abbastanza? Che smania li ha presi?” Pur dicendosi così andò ad aprire e con una folata di vento entrò un poverello in cenci.

“Che quantità di Dio! ” esclamò sorridendo costui guardandosi intorno- “Che bellezza! Lo si sente perfino di fuori.

Monsignore, non me ne potrebbe lasciare un pochino? Pensi, è la sera di Natale. ”

“E’ di sua eccellenza l’arcivescovo” rispose il prete. “Serve a lui, fra un paio d’ore. Sua eccellenza fa già la vita di un santo, non pretenderai mica che adesso rinunci anche a Dio! E poi io non sono mai stato monsignore.”

“Neanche un pochino, reverendo? Ce n’è tanto! Sua eccellenza non se ne accorgerebbe nemmeno!”

“Ti ho detto di no… Puoi andare… Il Duomo è chiuso al pubblico” e congedò il poverello con un biglietto da cinque lire.

Ma come il disgraziato uscì dalla chiesa, nello stesso istante Dio disparve. Sgomento, don Valentino si guardava intorno, scrutando le volte tenebrose: Dio non c’era neppure lassù. Lo spettacoloso apparato di colonne, statue, baldacchini, altari, catafalchi, candelabri, panneggi, di solito così misterioso e potente, era diventato all’improvviso inospitale e sinistro. E tra un paio d’ore l’arcivescovo sarebbe disceso.

Con orgasmo don Valentino socchiuse una delle porte esterne, guardò nella piazza. Niente. Anche fuori, benché fosse Natale, non c’era traccia di Dio. Dalle mille finestre accese giungevano echi di risate, bicchieri infranti, musiche e perfino bestemmie. Non campane, non canti.

Don Valentino uscì nella notte, se n’andò per le strade profane, tra fragore di scatenati banchetti. Lui però sapeva l’indirizzo giusto. Quando entrò nella casa, la famiglia amica stava sedendosi a tavola. Tutti si guardavano benevolmente l’un l’altro e intorno ad essi c’era un poco di Dio.

“Buon Natale, reverendo” disse il capofamiglia. “Vuol favorire?”

“Ho fretta, amici” rispose lui. “Per una mia sbadataggine Iddio ha abbandonato il Duomo e sua eccellenza tra poco va a pregare. Non mi potete dare il vostro? Tanto, voi siete in compagnia, non ne avete un assoluto bisogno.”

“Caro il mio don Valentino” fece il capofamiglia. “Lei dimentica, direi, che oggi è Natale. Proprio oggi i miei figli dovrebbero far a meno di Dio? Mi meraviglio, don Valentino.”

E nell’attimo stesso che l’uomo diceva così Iddio sgusciò fuori dalla stanza, i sorrisi giocondi si spensero e il cappone arrosto sembrò sabbia tra i denti.

Via di nuovo allora, nella notte, lungo le strade deserte. Cammina cammina, don Valentino infine lo rivide. Era giunto alle porte della città e dinanzi a lui si stendeva nel buio, biancheggiando un poco per la neve, la grande campagna. Sopra i prati e i filari di gelsi, ondeggiava Dio, come aspettando. Don Valentino cadde in ginocchio.

“Ma che cosa fa, reverendo?” gli domandò un contadino. “Vuol prendersi un malanno con questo freddo?”

“Guarda laggiù figliolo. Non vedi?”

Il contadino guardò senza stupore. “È nostro” disse. “Ogni Natale viene a benedire i nostri campi.”

” Senti ” disse il prete. “Non me ne potresti dare un poco? In città siamo rimasti senza, perfino le chiese sono vuote. Lasciamene un pochino che l’arcivescovo possa almeno fare un Natale decente.”

“Ma neanche per idea, caro il mio reverendo! Chi sa che schifosi peccati avete fatto nella vostra città. Colpa vostra. Arrangiatevi.”

“Si è peccato, sicuro. E chi non pecca? Ma puoi salvare molte anime figliolo, solo che tu mi dica di sì.”

“Ne ho abbastanza di salvare la mia!” ridacchiò il contadino, e nell’attimo stesso che lo diceva, Iddio si sollevò dai suoi campi e scomparve nel buio.

Andò ancora più lontano, cercando. Dio pareva farsi sempre più raro e chi ne possedeva un poco non voleva cederlo (ma nell’atto stesso che lui rispondeva di no, Dio scompariva, allontanandosi progressivamente).

Ecco quindi don Valentino ai limiti di una vastissima landa, e in fondo, proprio all’orizzonte, risplendeva dolcemente Dio come una nube oblunga. Il pretino si gettò in ginocchio nella neve. “Aspettami, o Signore ” supplicava “per colpa mia l’arcivescovo è rimasto solo, e stasera è Natale!”

Aveva i piedi gelati, si incamminò nella nebbia, affondava fino al ginocchio, ogni tanto stramazzava lungo disteso. Quanto avrebbe resistito?

Finché udì un coro disteso e patetico, voci d’angelo, un raggio di luce filtrava nella nebbia. Aprì una porticina di legno: era una grandissima chiesa e nel mezzo, tra pochi lumini, un prete stava pregando. E la chiesa era piena di paradiso.

“Fratello” gemette don Valentino, al limite delle forze, irto di ghiaccioli “abbi pietà di me. Il mio arcivescovo per colpa mia è rimasto solo e ha bisogno di Dio. Dammene un poco, ti prego.”

Lentamente si voltò colui che stava pregando. E don Valentino, riconoscendolo, si fece, se era possibile, ancora più pallido.

“Buon Natale a te, don Valentino” esclamò l’arcivescovo facendosi incontro, tutto recinto di Dio. “Benedetto ragazzo, ma dove ti eri cacciato? Si può sapere che cosa sei andato a cercar fuori in questa notte da lupi?

Amati figlioletti...

Amati figlioletti miei… (Pavel A. Florenskij)

Le ultime parole che il fisico e teologo russo Pavel A. Florenskij, scrisse dalle carceri comuniste ai figli, poco prima di essere fucilato.

“Notte tra sabato 19 e domenica 20 marzo 1921 Mosca

Amati figlioletti miei […] Eccovi una cosa che non posso non scrivere: abituatevi, educate voi stessi a fare tutto ciò che fate in maniera perfetta, con cura e precisione; che il vostro agire non abbia niente di impreciso, non fate niente senza provarvi gusto, in modo grossolano. Ricordatevi che nel pressapochismo si può perdere tutta la vita, mentre al contrario, nel compiere con precisione e al ritmo giusto anche le cose e le questioni di secondaria importanza, si possono scoprire molti aspetti che in seguito potranno essere per voi fonte profondissima di nuova creatività […]. E non solo. Chi agisce con approssimazione, si abitua anche a parlare approssimativamente, ed il parlare grossolano, impreciso e sciatto coinvolge in questa confusione anche il pensiero. Cari figlioletti miei, non permettete a voi stessi di pensare in maniera trascurata. Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di sé. Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale e della gioia del pensiero.”

da Pavel A. Florenskij, Non dimenticatemi, Mondadori, Milano, 2009, pp. 417-418

domenica 11 febbraio 2024

Quando viene diagnosticata una disabilità

 Quando viene diagnosticata una disabilità, il primo sentimento è lo smarrimento.

E adesso cosa dobbiamo fare? A chi ci dobbiamo rivolgere?

E un domani sarà autosufficiente?

Da queste domande comincia un lungo percorso tortuoso, fatto di passi avanti e di passi indietro.

Durante questo percorso si ha la possibilità di porsi le vere domande della vita, che un’esistenza agiata non ci fa approfondire, rimanendo superficiali.

Eppure esistono persone che nonostante non vivano un’esperienza diretta di disabilità, impiegano il proprio tempo per chi è meno fortunato. E non lo fanno per interesse personale, ma perché sanno che avendo gratuitamente ricevuto, gratuitamente donano. Perché sanno che la vera gioia è nel dare e non nel ricevere. Così facendo alleviano le ferite delle famiglie e consentono loro di trascorrere delle giornate in serenità.

Io e Tobia abbiamo incontrato questi segni di luce anche qui, sulle Alpi, nello sci club di Sarnico. Volontari straordinari composti da uomini e donne normali, ma con un grande cuore e passione, per gli sci e per il prossimo. Un grande ringraziamento a loro e a chi li sostiene, affinchè continuino nella loro opera di bene.


domenica 24 dicembre 2023

Nadel a Modna (Natale a Modena)

L’è ariveda la Not Santa

la cometa la fa lus

e la dis la streda:

l’è la Viseglia ed Nadel.

L’è la festa di Gesù

Che l’insegna ca sam tot uguel,

an ghè puvret o sgnor,

ma al caunta sol eser boun.

A Nadel a fam festa cun la famìa

As magna turtlein, cutghein e sampaun,

bensoun e turtel col savor.

A se sta tant a tevla a ciacarer

E ans lavora menga.

Se i putein iein ste brev

I caten tant regal sot al’elber.

Se i putein iein ste catìv

La Befana ag porta dal carbaun.

L’oltem ed l’an a brindam a l’an nov:

as magna acsè tant che

da Nadel a la Befana

la panza l’adveinta na damigiana.

Boun Nadel a tot, Mudnes!

Ai grand, ai putein e a la mestra,

e ricurdev: “Vulè bas e schivè i sas”.

Filep Giblein


https://youtu.be/t-DCNB-liCc

martedì 6 aprile 2021

Il Battesimo di Ester

Premessa

 

O Signore, questa giornata e questo sacramento sono un inno alla vita e alla speranza… richiamano alla mente il “Vangelo della Vita” tanto caro a Giovanni Paolo II.

 

Ci siamo presentati uniti per la prima volta davanti a Te il 25 Maggio di 8 anni fa, e oggi siamo di nuovo qui a presentarti Ester. Ester è per noi, come il personaggio biblico per il popolo di Israele, un segno di salvezza.

 

In questi 8 anni, come Tu ben sai, abbiamo affrontato tante sfide:

 

notti insonni e giornate senza fine; la malattia e la morte;

la sofferenza e la rabbia; la gioia e la speranza;

la grandezza e la piccolezza dell'uomo;    

i nostri limiti e i nostri carismi nascosti.

 

In un mondo in cui ci si preoccupa del fare e dell’apparire, le esperienze di vita, di morte e di malattia richiedono di essere vissute. Eh sì, “Bisogna saper sopportare i tuoi misteri[1]! Abbiamo quindi cercato di capire se i nostri ideali fossero diventati pratica o fossero rimasti solo belle parole, se fossimo rimasti fedeli ai nostri desideri.

 

Hai ascoltato il nostro grido, Signore! Ci siamo ritrovati “nel mezzo del cammin di nostra vita[2] rischiando di perdere “la retta via”.

 

Cercavamo di capire razionalmente quello che ci succedeva, non trovando risposta, « Perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te» [3].

 

La risposta non era da cercare nella razionalità perchè «il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce» [4]

Davanti ai nostri perché, Signore, ci hai mostrato lo scandalo e la stoltezza della Croce [5]. Ci hai mostrato la sofferenza del Figlio che porta alla resurrezione, alla vera vita.

Già ora viviamo la vita eterna, con le sue gioie e i suoi dolori. Il Battesimo di oggi è un nuovo inizio. “A partire dalla croce e dalla risurrezione divenne chiaro per i Cristiani che cosa era accaduto: Gesù si era preso sulle spalle il peso della colpa dell'intera umanità; e lo portò con sé nel Giordano. Dà inizio alla sua attività prendendo il posto dei peccatori. Il significato pieno del battesimo di Gesù si rivela solo nella croce …, e la voce del cielo "Questi è il Figlio mio prediletto" è il rimando anticipato della risurrezione.” [6]

 

Abbiamo provato che la fede non è tenebra, ma luce.

Abbiamo scoperto la potenza della preghiera: in tanti ci hanno aiutato pregando. E quella forza si è fatta sentire e ha rischiarato le nostre tenebre.

 

Grazie a Te, Signore, e ai figli che ci hai affidato, abbiamo ritrovato il senso che Tu poni nelle nostre vite. Il senso della vita c'è, eccome, al contrario di quanto dicono i falsi profeti, che legittimano la profezia per cui "Quando non si crede più in Dio si rischia di credere a tutto" [7]. Vivendo “come se Dio non esistesse, l’uomo smarrisce non solo il mistero di Dio, ma anche quello del mondo e il mistero del suo stesso essere[8].

 

La vita può essere considerata una scommessa, ma come ci insegna uno spirito veramente illuminato «Valutiamo questi due casi: se vincete, vincete tutto, se perdete non perdete nulla. Scommettete, dunque, che Dio esiste, senza esitare» [9]

Abbiamo vacillato ma siamo rimasti uniti, io ed Eleonora, per affrontare la buona battaglia” … e conservare (ndr) “la fede[10].

 

Abbiamo iniziato ad accogliere la vita senza troppi programmi a lungo termine: Tu ci insegni che “a ciascun giorno basta la sua pena”. [11]

Negli anni, la sfida educativa è stata faticosa e non è terminata, ma abbiamo imparato che occorre affrontare la realtà per essere felici.

 

Fare il terzo figlio oggi in Italia è da matti” ma il nostro desiderio ci ha guidati e abbiamo deciso di “prendere in giro la paura del futuro … e sconfiggere le ansie dicendo sì alla speranza”. [12]

 

Siamo stati incoraggiati dalle parole della volpenon si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. … Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.[13]

 

Ma quindi il cristiano è un illuso? Un ottimista a prescindere?

No. Il cristiano è un realista, che sfrutta la forza che gli viene data da Dio per operare. E’ colui che si aggrappa al Signore e ha speranza in Lui anche quando le cose vanno male: «Quando sono debole è allora che sono forte» [14].

 

La speranza è un rischio, una scommessa, così come la fede e l'amore.

Ma Dio è sempre con noi e nel nostro matrimonio recitavamo:

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? …

Chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?... Niente e nessuno (ndr)… potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.”  [15]

 

Scusa Signore se ti abbiamo tediato con queste parole, è bene che sia fatta non la nostra, ma la tua volontà!

 

Parlando con Dio, nel suo diario Etty (diminutivo di Ester) Hillesum, diceva “O mio Dio prendimi per mano ... Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, e cercherò di accettare tutto… La vita è difficile ma non è grave”  [16]

 

O Signore, il nostro ultimo pensiero va alle famiglie in difficoltà con figli ammalti perché non è sempre vero che il “Signore affida le sfide più difficili ai suoi migliori soldati”. E’ vero invece che per sopportare la prova occorre un incontro, l’incontro con Gesù, il Cristo, morto e risorto per noi.

 



[1] Etty Hillesum - Lettere. (Ebrea olandese vittima dell'Olocausto).

[2] Dante Alighieri – La Divina Commedia

[3] Agostino. Confessioni.

[4] Blaise Pascal, Pensieri.

[5] San Paolo nella prima lettera ai Corinzi.

[6] Joseph Ratzinger - Gesù di Nazaret.

[7] Gilbert K. Chesterton.

[8] Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae.

[9] Blaise Pascal, Pensieri.

[10] San Paolo nella seconda lettera a Timoteo

[11] Matteo 6.

[12] De Palo Gambini - Ci Vediamo a casa.

[13] Antoine de Saint d’Exupery- Il Piccolo Principe

[14] 2 Cor 12, 10.

[15] San Paolo nella lettera ai Romani

[16] Etty Hillesum - Lettere.


Introduzione

 

ACCOGLIENZA:

DIALOGO CON I GENITORI E I PADRINI

 

Celebrante:                 Che nome date alla vostra bambina?

Genitori:                      ESTER

 

Celebrante:                 Per ESTER che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?


Genitori:                      Il Battesimo.

Celebrante:
Cari genitori,
chiedendo il Battesimo per vostra
figlia,
voi vi impegnate a educarlo
nella fede,
perché, nell'osservanza dei comandamenti,
impari ad amare Dio e il prossimo,
come Cristo ci ha insegnato.
Siete consapevoli di questa responsabilità?

Genitori:                      Sì.

 

Celebrante:
E voi, padrino e madrina,
siete disposti ad aiutare i genitori
in questo compito così importante?

Padrini:                        Sì.


 

 

SEGNO DI CROCE SULLA FRONTE DEL BAMBINO
Il celebrante prosegue:

ESTER, con grande gioia la nostra comunità cristiana ti accoglie.
In Suo nome io ti segno con il segno della croce.

E dopo di me anche voi, genitori e padrini,
farete sulla vostra bambina il segno di Cristo Salvatore.


E, senza nulla dire, traccia sulla fronte del bambino il segno della croce. Quindi invita i genitori e i padrini a ripetere il suo gesto.

 

 

Liturgia della Parola

 

 

PREGHIERA DEI FEDELI
Il celebrante invita alla preghiera comune con queste parole o con altre simili: 

Fratelli carissimi,
invochiamo la misericordia di Cristo nostro Signore
per questa bambina, chiamata alla grazia del Battesimo,
per i suoi genitori, per il padrino e la madrina,
e per tutti i battezzati. Ripetiamo insieme: Ascoltaci, o Signore!

Lettore:
Perché con la grazia del Battesimo e della Confermazione, sia tralcio inserito nella vera vite,
e diventi fedele discepolo e testimone del tuo Vangelo: noi ti preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, o Signore!


Lettore:
Perché da Te guidata cammini in santità di vita e giunga alla vita eterna: noi ti preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, o Signore!

 

Lettore:
Perché i suoi genitori, il padrino e la madrina, gli zii e i nonni, diano a lei, con il tuo aiuto, una chiara testimonianza di fede e le insegnino a conoscere e ad amare Dio: noi ti preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, o Signore!


Lettore:
Perché Tu custodisca sempre nel tuo amore la sua famiglia: noi ti preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, o Signore!


Lettore:
Questa bambina diventi, per mezzo del Battesimo, tua figlia adottiva, accolta nella tua Chiesa: noi ti preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, o Signore!

 

 

INVOCAZIONE DEI SANTI
Il celebrante invita i presenti a invocare i Santi.


Santa Maria, Madre di Dio       prega per noi.
San Giovanni Battista             prega per noi.
San Giuseppe                          prega per noi.
Santi Pietro e Paolo                 pregate per noi.
San Geminiano                       prega per noi.

Santa Ester                             prega per noi

Santi Giosuè e Tobia,               prega per noi.
Santi
Filippo ed Eleonora        pregate per noi.

Sant’Agostino                         prega per noi

San Giovanni Paolo II              prega per noi
Santi tutti di Dio                       pregate per noi.

 

ORAZIONE DI ESORCISMO E UNZIONE PREBATTESIMALE
Terminate le invocazioni, il celebrante dice:

Celebrante:
Dio onnipotente,
tu hai mandato il tuo unico Figlio
per dare all'uomo, schiavo del peccato,
la libertà dei tuoi figli;
umilmente ti preghiamo per questa bambina,
che fra le seduzioni del mondo
dovrà
 lottare contro lo spirito del male:
per la potenza della morte e risurrezione del tuo Figlio,
liberalo
 dal potere delle tenebre,
rendilo
 forte con la grazia di Cristo,
e proteggilo
 sempre nel cammino della vita.
Per Cristo nostro Signore.

Assemblea: Amen.

 

Il celebrante continua:

Ti ungo con l'olio, segno di salvezza:
ti fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Assemblea: Amen.

Dopo questa formula, il sacerdote, in silenzio,

fa l'unzione con l'olio dei catecumeni sul petto del battezzando.

Quindi si celebra il Battesimo


Liturgia del Sacramento

 

Al fonte battesimale, il celebrante, con brevi parole, rievoca ai presenti il mirabile disegno di Dio, che ha voluto santificare l'anima e il corpo dell'uomo per mezzo dell'acqua.

Celebrante:
Fratelli carissimi,
preghiamo Dio, Padre onnipotente,
perché questa bambina rinasca alla nuova vita
dall'acqua e dallo Spirito Santo.

PREGHIERA E INVOCAZIONE SULL'ACQUA
Il celebrante pronuncia questa benedizione: (2a formula)


Celebrante:
Padre misericordioso,
dal fonte del Battesimo
hai fatto scaturire in noi la nuova vita di figli.

Assemblea:      Gloria a te, o Signore!

Celebrante:
Tu dall'acqua e dallo Spirito Santo
fai di tutti i battezzati
un solo popolo di Cristo.

Assemblea:     Gloria a te, o Signore!

Celebrante:
Tu infondi nei nostri cuori
lo Spirito del tuo amore
per darci la libertà e la pace.

Assemblea: Gloria a te, o Signore!



Celebrante:
Tu chiami i battezzati
perché annuncino con gioia
il Vangelo di Cristo nel mondo intero.

Assemblea: Gloria a te, o Signore!
_____________________________________________________

Quando si usa l'acqua battesimale già benedetta,

si omette la seguente invocazione:

Celebrante:
E ora benedici quest'acqua
per il Battesimo di questa bambina,
che tu hai scelto e chiamato alla nuova nascita
nella fede della Chiesa,
perché abbia la vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

Assemblea: Amen.
_____________________________________________________

Celebrante:
Per il mistero di quest'acqua santificata dal tuo Spirito,
fa' rinascere a vita nuova questo bambino,
che tu chiami al Battesimo nella fede della Chiesa,
perché abbia la vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

Assemblea: Amen.


 

 

RINUNCIA A SATANA
Il celebrante si rivolge ai genitori e ai padrini:


Celebrante:
Cari genitori, padrino e madrina,
la bambina che voi presentate
sta per ricevere il Battesimo.
Nel suo amore Dio le darà una vita nuova
e rinascerà dall'acqua e dallo Spirito Santo.
A voi il compito di educarla nella fede,
perché la vita divina che riceve in dono
sia preservata dal peccato
e cresca di giorno in giorno.


Se dunque, in forza della vostra fede,
siete pronti ad assumervi questo impegno,
memori delle promesse del vostro Battesimo,
rinunciate al peccato,
e fate la vostra professione di fede in Cristo Gesù:
è la fede della Chiesa
nella quale vostra figlia viene battezzato.

Celebrante:                 Rinunciate a satana?

Genitori e padrini:        Rinuncio.

Celebrante:                 E a tutte le sue opere?

Genitori e padrini:        Rinuncio.

Celebrante:                 E a tutte le sue seduzioni?

Genitori e padrini:        Rinuncio.

 

PROFESSIONE DI FEDE
Il celebrante richiede ai genitori e ai padrini la triplice professione di fede..

Celebrante:
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

Genitori e padrini:        Credo.

Celebrante:
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Genitori e padrini:        Credo.

Celebrante:
Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?

Genitori e padrini:        Credo.

Celebrante:
Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

Assemblea:                  Amen.


 

 

BATTESIMO
Il celebrante invita la famiglia ad avvicinarsi al fonte; rivolgendosi ai genitori e ai padrini così li interroga:

Celebrante:
Volete dunque che ESTER riceva il Battesimo
nella fede della Chiesa
che tutti insieme abbiamo professato?

Genitori e padrini:                    Sì, lo vogliamo.

E subito il celebrante battezza il bambino, dicendo:

ESTER, io ti battezzo nel nome del Padre       

prima immersione o infusione

e del Figlio

seconda immersione o infusione

e dello Spirito Santo.

terza immersione o infusione.





 

 

UNZIONE CON IL SACRO CRISMA

Il celebrante dice:

Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
vi ha liberato dal peccato
e vi ha fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo,
unendovi al suo popolo;
egli stesso vi consacra con il crisma di salvezza,
perché inseriti in Cristo,
sacerdote, re e profeta,
siate sempre membra del suo corpo
per la vita eterna.

Assemblea: Amen.

Quindi il celebrante fa l'unzione con il sacro crisma sul capo del battezzato.

CONSEGNA DELLA VESTE BIANCA E DEL CERO ACCESO

Il celebrante dice:

ESTER sei diventata nuova creatura,
e ti sei rivestita di Cristo.
Questa
 veste bianca sia segno della tua nuova dignità:
aiutato dalle parole e dall'esempio dei tuoi
 cari,
portala senza macchia per la vita eterna.

Assemblea:     Amen.

E consegna della veste bianca.


 

 

Il celebrante presenta il cero pasquale, dicendo:

Ricevete la luce di Cristo.

Il padre accende alla fiamma del cero pasquale la candela del battezzato; quindi il celebrante dice:

Celebrante:
A voi, genitori, e a voi, padrino e madrina,
è affidato questo segno pasquale,
fiamma che sempre dovete alimentare.

Abbiate cura che la vostra bambina, illuminata da Cristo,
viva sempre come figlia della luce;
e perseverando nella fede,
vada incontro al Signore che viene,
con tutti i santi, nel regno dei cieli.

 

RITO DELL'« EFFETA »
Il celebrante tocca, con il pollice, le orecchie e le labbra del battezzato, dicendo:

Celebrante:
Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti,
ti conceda di ascoltare presto la sua parola,
e di professare la tua fede,
a lode e gloria di Dio Padre.

Assemblea:     Amen.

 


 

 

Riti di conclusione

 

PREGHIERA DEL SIGNORE

Celebrante:
Fratelli carissimi,
questa bambina, rinata nel Battesimo,
viene
 chiamata ed è realmente figlia di Dio.
Nella Confermazione 
riceverà
 la pienezza dello Spirito Santo;
accostandosi all'altare del Signore
parteciperà
 alla mensa del suo sacrificio,
e nell'assemblea dei fratelli
potrà
 rivolgersi a Dio chiamandolo Padre.
Ora, in
 suo nome,
nello spirito di figli di Dio
che tutti abbiamo ricevuto,
preghiamo insieme, come il Signore ci ha insegnato.

E tutti insieme con il celebrante dicono:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.


BENEDIZIONE

Celebrante: Dio onnipotente,
che per mezzo del suo Figlio, nato dalla vergine Maria,
ha dato alle madri cristiane la lieta speranza della vita eterna per i loro figli,
benedica
 la mamma qui presente;
e come ora
 è riconoscente per il dono della maternità,
così con i suoi figli viva sempre in rendimento di grazie:
in Cristo Gesù nostro Signore.

Assemblea:     Amen.

Celebrante: Dio onnipotente,
che dona la vita nel tempo e nell'eternità,
benedica
 il papà di questa bambina;
insieme con la sua
 sposa 

sia per i figli il primo testimone della fede,
con la parola e con l'esempio: in Cristo Gesù nostro Signore.

Assemblea:    Amen.

Celebrante: Dio onnipotente,
che ci ha fatto rinascere alla vita nuova
dall'acqua e dallo Spirito Santo,
benedica voi tutti;
perché, sempre e dovunque, siate membra vive del suo popolo: in Cristo Gesù nostro Signore.
Assemblea:    Amen.

Celebrante: E vi doni la sua pace Dio onnipotente,
Padre e Figlio
 e Spirito Santo.

Assemblea:    Amen.